Rana temporaria mating

LA GRANDE ORGIA

In una faggeta dell’Appenino Ligure, all’inizio della primavera, quando la neve e il ghiaccio cominciano a sciogliersi, è possibile assistere a uno straordinario evento: migliaia di esemplari di Rana temporaria escono dai propri rifugi invernali sepolti dalla neve e,un balzo dopo l’altro, si dirigono verso uno stagno che si trova proprio in mezzo al bosco.
A volte lo fanno in modo solitario, altre volte i maschi “chiedono un passaggio” alle femmine: già cariche delle uova, devono sopportare anche il peso del compagno lungo il tragitto. Per questi motivi probabilmente l’evoluzione ha fatto si che gli esemplari femminili di queste rane siano più grandi dei maschi.


Raggiungere l’acqua è un traguardo essenziale per molti anfibi, perché solo in questo modo le uova deposte potranno essere fecondate e svilupparsi in girini.
Succede a volte che le femmine siano così cariche di uova e stremate dal digiuno del lungo inverno, da non riuscire a trattenere l’ovatura, che viene abbandonata sulla neve nel bosco, dove è destinata a disidratarsi.
I maschi, una volta arrivati alla pozza, iniziano la competizione per le femmine: la frenesia riproduttiva è tale che non è raro trovare più di un maschio aggrappato alla stessa femmina o ad altri maschi…
Capita che alcuni esemplari soccombano soffocati o spossati dalla fatica anche prima di essersi riprodotti.
Questa spietata competizione per la conquista delle femmine è necessaria, poiché la fecondazione avviene all’esterno del corpo della rana, tutto ciò che può fare un maschio per garantirsi una discendenza è proprio contendersi la femmina “abbracciandola” per starle il più possibile a contatto fino al momento della deposizione, quando il maschio libera i propri spermi sulle uova assicurandosi così la fecondazione.
Tutto questo avviene in poco più di una settimana e, in alcune zone, lo stagno è talmente colmo di ovature da formare una sorta di tappeto gelatinoso sul quale spesso salgono le rane, forse anche per riposarsi dalle lunghe sessioni di nuoto.


Il gracidare di questo gran numero di esemplari è udibile a diverse decine di metri dalla pozza, quasi come un lungo gorgoglio, ed è l’unico suono che accompagna l’evento assieme al rumore delle gocce che cadono dagli alberi sulla neve non ancora sciolta.
Poche settimane dopo, centinaia di migliaia, forse milioni di girini, nuotano liberi nella pozza minacciati dai numerosi predatori, ma in numero tale da garantire ogni anno nuovi adulti, che diventeranno potenziali riproduttori.
I sopravvissuti alla “grande orgia” si disperdono nuovamente nel bosco, dandosi appuntamento l’anno seguente in questo stagno, che, per pochi giorni all’anno, regala uno degli spettacoli più affascinanti e insoliti a cui si possa assistere sui monti della Liguria.

Marco Maggesi

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